Intervista a Giada | Miel Cafè Design | Digital strategist Skip to main content

Mi interrogo spesso sulla crescita online e questa volta, ho deciso di affrontare l’argomento attraverso le parole altrui, lasciando spazio a una professionista che seguo da qualche tempo con ammirazione e interesse: Giada, la fondatrice del bellissimo brand creativo Miel Cafè Design.
Giada è una web, brand e graphic designer che ha trovato una formula unica e inconfondibile di espressione della sua identità online. La sensibilità, la delicatezza e il suo ricco mondo creativo sono elementi visivi e quasi tangibili del suo profilo Instagram.
Allo stesso tempo non ha paura di parlare di crescita, ricerca clienti e soldi. Si apre a un mercato internazionale, grazie all’utilizzo dell’inglese nella sua comunicazione, offre un corso gratuito sulla ricerca dei clienti, intervista, a sua volta, numerose altre freelance con la sua rubrica Freelancing Stories e invia ogni mese dei business report che raccontano la realtà di un lavoro in proprio, gli alti, i bassi e l’importanza di trarre una lezione sia da ciò che funziona che da ciò che non funziona.

Le ho fatto alcune domande, perché condividesse con noi parte del suo percorso, nella speranza che le sue parole siano utili e di ispirazione a chi già lavora in una micro-impresa o a chi coltiva il sogno di poterlo fare.

  1. Chi è Miel Cafè Design e come è nato?

Miel Café Design, come molte realtà freelance individuali, è molto più di un brand, sono io! È la mia visione, la mia filosofia, la mia intuizione anche.
È nato come idea quasi per caso, quando anni fa decisi di interrompere il mio percorso di studi in un settore in cui non mi vedevo più proiettata in un futuro anche molto vicino. Come qualsiasi periodo di cambiamento drastico, è stato ricco di incertezze, ma la spinta di voler approfondire altrove, la voglia di una libertà professionale, e il desiderio, nonostante giovanissima, di avere al più presto una mia famiglia, quelle sì che erano certezze.

Allora non sapevo dove mi avrebbero portata, ma è stato in quel periodo che è nata l’idea di rispolverare la mia passione per la grafica e la codifica di siti web, che avevo studiato da autodidatta e per puro divertimento a partire dai 16 anni, quando per la prima volta conoscevo il mondo del web! E fu così che poco meno di due anni dopo decisi di tentare davvero, di darmi una chance come partita iva, come professionista autonoma, ma prima di tutto come creativa!

Con Miel Café Design mi propongo come brand e web designer a piccoli business e realtà creative, che conoscono l’importanza di un brand coordinato e coerente e vogliono migliorare la loro comunicazione online (e non solo) a partire dalle basi, dall’identità visiva che utilizzano per farsi conoscere. Il tutto tenendo bene a mente le esigenze e il budget di una piccolo realtà, proponendomi come unica designer con competenze di grafica e web developer per ottimizzare i tempi e le spese, ma soprattutto avere in mano un brand coerente e studiato in ogni dettaglio.

  1. Come sei riuscita a far crescere la tua attività? Quali sono stati i passi fondamentali del tuo percorso?

Tante volte, lo ammetto, mi viene da pensare di aver avuto fortuna. E quando me lo si fa notare, annuisco quasi senza rifletterci. Ma in realtà la fortuna ha davvero poco a che fare con il riuscire a portare avanti un piccolo business e un lavoro da autonomo. Senza troppi mezzi termini, come la maggior parte dei freelancer, mi sono fatta un mazzo così! E me lo faccio tutt’ora, ogni giorno.

Se c’è una cosa che non condivido, è il pensiero di aprire un’attività e sperare che vada bene. Non esiste preghiera, speranza, desidero (o come lo si voglia chiamare) che funzioni meglio del lavorare, lavorare e lavorare ancora, tenere duro nei periodi bui e rimettersi sempre in piedi quando si cade.

Nel mio piccolo mi ritengo una freelancer di successo, perché sostengo che il successo sia un’unità di misura del tutto soggettiva e personale. E io, che ho sempre obiettivi di vita e di business molto modesti, mi ritengo soddisfatta ogni giorno. E credo che questo sia dovuto al fatto di aver proposto qualcosa di nuovo, qualcosa che nel mio settore effettivamente non esisteva.

  1. Cosa consigli a chi vuole crescere e trovare clienti online?

Devo innanzitutto premettere che per me “crescere online” non è mai una questione di numeri: si può avere degli ottimi clienti, guadagnare bene e vivere della propria creatività anche con un piccolo following. Questo è un concetto a cui tengo molto, e per questo mi sono proposta di mostrare la mia realtà senza filtri dal primo mese di partita iva in avanti, quando i miei numeri erano ancora più piccoli di ora!

Nonostante questo, trovare clienti online non è mai stato un problema per me! Ma trovare il mio cliente ideale, quello con cui sogni di lavorare e che ti ha spinto ad aprire la tua attività in primo luogo, questo non è stato semplice. È vero, chi vuole costruirsi un portfolio deve accontentarsi a volte, altre anche lavorare (quasi) gratis, ma sin dall’inizio ero proiettata verso l’uscire da questa fase nel minor tempo possibile, e iniziare al più presto a lavorare con il cliente che da sempre sognavo.

Mi ci sono voluti circa 3-4 mesi dall’apertura della mia partita iva, un buon branding studiato per parlare con la mia clientela ideale, una comunicazione costante, creativa e con un focus ben preciso, e una mentalità aperta a vie di “rintracciamento” clienti diverse dal solito, ma alla fine tutti questi ingredienti mi hanno portato dove sono ora: a riuscire ad avere un calendario sempre pieno di prenotazioni per i 6 mesi successivi, con non un solo cliente “così così” con cui lavorare, e soprattutto non un solo minuto perso a cercare attivamente clienti! Perché una buona comunicazione significa soprattutto che saranno sempre e solo loro a trovare te.

4. Quali sono le difficoltà più tipiche della tua vita lavorativa? E come trovi o cerchi le soluzioni a questi ostacoli?

Per molto tempo la più grande difficoltà del mio essere freelance è stata riuscire a spiegare e a far prendere sul serio la mia professionalità. Ma con il tempo questa esigenza ha iniziato a svanire, e sono certa che tra qualche anno le realtà freelance, soprattutto quelle che lavorano sul web e quelle creative, non avranno più bisogno di giustificazioni perché diventeranno finalmente l’ordinario.

Ultimamente invece la mia più grande difficoltà è gestire il tempo tra famiglia e lavoro. Come accennato, il mio obiettivo per Miel Café Design non è mai stato crescere smisuratamente. Anzi, amo l’idea di un brand che rimanga sempre piuttosto intimo e personale, che non perda mai i suoi valori, e viva della mia visione anche a distanza di anni. Per questo ho sempre scelto di cavarmela da sola, di fidarmi dei miei prezzi e non alzarli a discapito del cliente per poter assumere qualcuno che mi dia una mano.

La conseguenza è il doversi giostrare tra la vita privata e il lavoro, il sapersi organizzare e lavorare, a volte senza sosta, ma soprattutto senza distrazioni, quando possibile. È ancora un tasto dolente e qualcosa che sto imparando strada facendo, ma il darsi dei tempi prestabiliti e soprattutto condividerli con la propria famiglia, perché loro sappiano sempre quando io dovrò assentarmi completamente per lavoro, è per me fondamentale.

5. In che modo i Social Media ti hanno aiutata a crescere? Che consigli daresti a chi li utilizza?

I social media, come mi piace sempre sottolineare, sono piattaforme fantastiche per far conoscere la propria attività, ma non attraverso il numero di follower o like, ma piuttosto come luoghi in cui creare una community e, effettivamente, comunicare. Questo concetto è sempre più trascurato ultimamente, ma credo sia alla base di un buon utilizzo dei social, soprattutto se si vuole vederli come strumenti per crescere la propria attività.

Detto questo, quello che mi piace consigliare è il non dare troppo per scontato che il messaggio che deve ricevere risposta debba sempre essere il proprio. I social sono luoghi ricchi di opportunità, di clienti ideali, di amicizie e supporto, ma tante volte siamo così concentrati sul comunicare il nostro pensiero, che non ci accorgiamo che per instaurare una relazione è necessario anche ascoltare.

Crescere la propria attività sui social significa cercare il proprio cliente ideale, scoprire che luoghi frequenta e tagga, che hashtag usa, quali realtà lo appassionano, e frequentare le stesse aree, incontrarli e iniziare la conversazione ascoltando quello che lui ha da dirti. Solo così attirerai la sua attenzione, e se ci hai visto bene, è proprio così che lui inizierà ad ascoltare te!

6. In che direzione vuoi condurre Miel Cafè Design? Qual è il tuo “next level”?

Se devo dirla tutta, nonostante io ami il mio lavoro smisuratamente, ho raggiunto quasi tutti gli obiettivi (sempre molto modesti!) in così poco tempo, che al momento mi viene difficile pensare a un “next level”. Ho tanti sogni dal punto di vista personale, che per sono ora la priorità, e per questo desidero solamente che Miel Café Design continui ad esistere e a funzionare come ha fatto fino ad ora.

Desidero vedermi crescere professionalmente e migliorare anno dopo anno, ma trovare soprattutto nel mio lavoro una fonte di creatività e sostegno economico che si incastrino bene con la mia vita privata, mi diano lo spazio e tempi di cui ho bisogno. Per questo non sogno di avere un numero sempre più grande di clienti, ma con il tempo cerco di ridurre questo numero di volta in volta in modo da poter lavorare meglio e più serenamente, con clienti che sempre più mi appassionano.

Miel Café Design rimarrà una realtà individuale perché voglio che i miei clienti trovino sempre nel mio brand la più scrupolosa attenzione ai dettagli che solo chi l’ha ideato con tanta passione può avere giorno dopo giorno. Un piccolo desiderio per il futuro: avere uno studio tutto mio, fuori di casa (ma non troppo distante!) dove potermi recare ogni mattina e da cui tornare la sera.

7. Che consigli daresti alla Giada del passato, che stava per intraprendere quest’avventura da libera professionista?

Di errori ne ho commessi molti, ma è proprio questo lo scopo! Non ne cambierei nemmeno uno, perché mi hanno aiutato a crescere professionalmente un passo alla volta. Forse le consiglierei solo di essere più sicura di se stessa e darsi una chance ancora prima di quello che in realtà ho fatto.

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