Ho sempre considerato la newsletter un atto d’amore.
In fondo, se ci pensi, è una lettera.
Negli anni mi sono affezionata a tantissime newsletter: alcune sono diventate un appuntamento fisso, che attendo con la stessa trepidazione con cui da ragazzina guardavo la cassetta delle lettere in attesa delle risposte delle amiche di penna.
Allo stesso modo, cestino alla velocità della luce tutte quelle che strillano, che vendono e basta, che scalpitano per guadagnarsi una fetta di attenzione senza dare neanche un’informazione utile in cambio.
Penso “ecco un’altra occasione persa per dire qualcosa“.
Ma perché è così utile una newsletter per chi ha un’attività e che funzione ha? Secondo me è importante per almeno 3 motivi:
- è più intima degli altri canali e indica che c’è già un interesse e una predisposizione all’ascolto. Chi arriva a darti il suo indirizzo mail dimostra sicuramente più interesse rispetto a un’interazione sui Social Media.
- ti permette di costruire e rafforzare una relazione con il tuo pubblico. È un’occasione per dire la tua, farti conoscere e farti avvicinare.
- è un ottimo strumento di vendita. Sono tanti i casi in cui le vendite si concludono soprattutto attraverso comunicazioni specifiche agli iscritti alla newsletter e, se ci pensi, proprio per gli stessi motivi di cui sopra: sono persone già interessate a te, a ciò che hai da dire e quindi potenzialmente anche a ciò che hai da offrire.
Errori comuni
In pratica però, non è semplice scrivere una newsletter che comunica e la ricerca della propria firma passa spesso per 3 errori comuni. Questi:
- si vende a freddo o al contrario, non si utilizza mai come canale di lancio dei propri prodotti o servizi.
- si scrive troppo, esasperando il proprio pubblico o al contrario, si scrive ogni morte di papa, al punto che chi la riceve si chiede “e questo/a chi è?”.
- si aspetta la perfezione prima di cominciare a inviarla: un numero di iscritti alto, automazioni già attive, una grafica indimenticabile ecc ecc.
- ci si fa spaventare dalle disiscrizioni e si mette in discussione la propria strategia a ogni campagna.
Sono errori comuni e se ne hai compiuto uno o più non disperare e piuttosto prova e sperimenta finché non trovi la tua formula. Concentrati su cosa vorrebbero ricevere gli altri nella loro casella mail; cosa li farebbe riflettere, sorridere, appassionare, incuriosire.
Trova un ritmo e una frequenza tuoi e poi rispettali. Tra i consigli online vedrai che c’è chi dice che devi inviare la newsletter una volta al mese, ogni due settimane, ogni settimana, ma la verità è che l’unica regola efficace è la tua. Quindi vai alla ricerca della tua misura, abbracciala, rispettala e trova un sentiero comune tra la regolarità d’invio e l’avere qualcosa da dire.
E che cosa c’è da dire?
Superato il “panico da foglio bianco”, la newsletter diventa un’incredibile opportunità di contatto. Decidi e scegli tu di cosa parlare: puoi raccontare spunti e aneddoti utili a veicolare un messaggio, puoi condividere esperienze, strumenti o semplicemente raccontare storie che rafforzano il legame tra te e gli altri. Ogni tanto promuoviti: l’obiettivo di una lista è dare a chi ti piace l’opportunità di legarsi a te ma anche di essere informati delle tue novità di vendita.
Quando la gente si cancella, cambia prospettiva e pensa che in realtà è un bene perché rimane chi desidera davvero ascoltarti. Ricorda che la tua comunicazione sta lavorando bene proprio quando restringe il campo, raduna attorno a te un pubblico interessato e screma tutto il resto.
Come la tua attività in generale, anche la newsletter può diventare sostenibile: scrivi quando hai qualcosa da dire, informa quando hai qualcosa da vendere e offri tutto ciò di buono che con il tuo business hai da offrire.