È molto probabile che la creazione contenuti sia solo una parte del tuo lavoro. Puoi dedicarle più o meno tempo, ma aprire un canale, instaurare una conversazione con un pubblico, abbinare i testi alle foto, veicolare messaggi: sono tutte azioni che ti mettono di fronte a due verità.
- Sei a tutti gli effetti un content creator. Non è il tuo lavoro primario, non è il tuo focus, ma di fatto, cliccando il tasto pubblica in uno qualsiasi dei tuoi canali diventi un creatore di contenuti.
- Per un piccolo business, un freelance o un solopreneur, mantenere costante la scelta di comunicarsi online è difficile. Perché i media sono sempre più poliedrici e complessi, perché l’attenzione è calata e oggi è diventato molto più complesso di quando bastava scrivere un blog post e far girare il link sui social. Oggi ogni contenuto richiede cura, attenzione, equilibrio tra forma e contenuto e una lunga serie di competenze che molto spesso non vanno d’accordo con la variabile più importante nella vita di un libero professionista: il tempo.
Quindi? Dovresti rinunciare perché é faticoso? Secondo me, assolutamente no. Potresti però sviluppare il tuo sistema di creazione contenuti, ottimizzando il processo e rendendo questo momento più fluido e organizzato. Settimana dopo settimana.
In questo articolo, ti racconto un metodo che può essere un buon punto di partenza per creare il tuo personalissimo appuntamento con la creazione contenuti. Si basa su 3 step: gerarchia, suddivisione, permanenza.
Imposta una gerarchia e scegli un canale-madre
La chiave di un buon sistema di creazione contenuti è definire una gerarchia. Ti consiglio di definire un canale madre, quello cioè che diventa il contenitore dei tuoi contenuti primari, dai quali derivano tutti gli altri.
Può essere un blog, il tuo canale Youtube, un podcast: quello che conta è che sia un canale in grado di proporre contenuti long-form, cioè sviluppabili in una lunghezza maggiore dei post social.
Una volta che hai identificato il tuo canale madre scegli 1, 2 o 3 temi mensili da trattare e sviluppare lì, proprio nel tuo canale primario.
Esempio.
Immaginando tu sia una pedagogista, potresti scegliere 1 tema mensile: la rabbia nei bambini e scegliere come canale madre il blog.
Ti dai una frequenza bisettimanale di scrittura e sviluppi il tema in 2 articoli di blog:
1) La rabbia nel bambino: cosa significa e come insegnare a gestirla
2) 10 libri per bambini sul tema della rabbia
Suddividi e riproponi i punti chiave
Una volta che hai chiarito il canale madre e i temi mensili, puoi attingere al contenuto primario per proporre sui restanti canali degli approfondimenti, identificando i punti chiave. Attenzione, questo non è un invito al copia-incolla di quanto già scritto ma alla rielaborazione.
E come fai a rielaborare un contenuto lungo, già proposto altrove?
Per esempio puoi:
- Divulgare i concetti salienti in un riassunto.
(Es. La pedagogista prende i 3 concetti spiegati sul suo primo articolo e fa una sintesi in un carosello per Instagram) - Aprire un dialogo. Parti dal tema primario e creaci delle domande attorno. Cosa si chiede il tuo pubblico su quel tema? Cosa può aggiungere alla conversazione?
(Es. La pedagogista usa le stories per chiedere al suo pubblico come affronta la questione rabbia con i propri figli, se da genitori la temono o meno, se ci sono casi difficili che stanno affrontando, quali altri libri sulla rabbia conoscono ecc). - Scegliere un solo punto e andare più a fondo. Ogni tema che scegli ha sempre dei micro-temi che puoi selezionare e approfondire. (Es. La pedagogista sceglie dall’articolo di blog 1) di isolare il micro-tema delle origini della rabbia e crea un contenuto unicamente su questa porzione di argomento.).
- Citare, ispirare, narrare. Se il tema si presta, puoi riproporlo da un’angolazione ispirazionale, personale e narrativa. (Es. La pedagogista rielabora in una diretta l’esperienza positiva di un bambino che è riuscito a risolvere una rabbia distruttiva rivolta agli altri bambini. Sceglie poi di raccontare questo vissuto come se fosse una storia in punti da inserire in un post social).
Come vedi, il grosso del lavoro lo fa il contenuto del canale madre: il resto sono proposte short-form che usi come le tessere di un mosaico, per trattare l’argomento da più punti di vista.
I contenuti evergreen, utili anche nei mesi successivi
La durata dei contenuti sui social media è rapida, veloce: l’impatto dura 24 – 48 ore. Per questo, puntare a un canale madre ti permette di avere un archivio permanente da cui attingere e che sia anche utile a chi ti conosce per la prima volta. Ti consiglio di pianificare quindi i contenuti madre in modo evergreen, cercando di evitare riferimenti temporali ma abbracciando una traiettoria più ampia e raccontandoli come se fossero fatti per durare nel tempo, e per rappresentare il tuo approccio e la tua voce come professionista.
Questo ti permette di riproporre, ripresentare e riutilizzare anche contenuti scritti negli anni passati, per ridargli valore e riaprire la conversazione sui temi caldi per il tuo pubblico.
Sono sicura che dopo le prime settimane di assestamento e abitudine, questo metodo di lavoro farà almeno 2 “magie”:
1. ti farà guadagnare del tempo. Perché non trascorrerai più delle ore a chiederti cosa dire in ogni canale, differenziando il piano editoriale, ma sfrutterai la potenza creativa e generativa del canale madre.
2. ti aiuterà a rimanere focalizzata su un tema, senza disperdere le energie su troppi contenuti diversi, che rischiano di non venire sufficientemente approfonditi o di non posizionarti in modo chiaro.